L'ispirazione...

UNO SPAZIO CHE CI PERMETTA DI RIMANERE CENTRATI, UN GIARDINO CHE POSSIAMO PROGETTARE COME CI PARE, CIASCUNO IL SUO. Qualcuno metterà solo piante grasse, che richiedono poca cura, altri orchidee che invece richiedono un’annaffiatura giornaliera, qualcun altro piante aromatiche per perdersi nei profumi o fiori di campo, per esaltarsi con i colori. Uno spazio non sempre identico a se stesso, che cambia a seconda delle stagioni, che ci obbliga a progettare, a futurizzare cosa vorremmo “poi”, a curare noi stessi, a non prendere la vita così come viene.
(U. Telfener
http://blog.iodonna.it/umberta-telfener/2013/10/07/coltivare-il-proprio-giardino)

martedì 16 agosto 2016

Libro sotto l'ombrellone: LA TRISTEZZA HA IL SONNO LEGGERO

Un libro conosciuto per caso in un bookcrossing tra i blog.
La tristezza ha il sonno leggero (L. Marone ed. Longanesi), leggero non perché debba per forza tener svegli di notte ma perché serve poco a distrarla: un sospiro, un vociare oppure il silenzio.
In questo romanzo ho trovato frasi di "rinascita", direi un romanzo di formazione per quarantenni. In questi anni di sindrome di Peter Pan, di impegni coniugali dissolubili, di #maiunagioia che fa tendenza contro #chiedimisesonofelice a tutti i costi, i quarantenni sono gli adolescenti 2.0.
Se l'età della gioventù bruciata prova a innestare nuova miccia sulle sue ceneri genera un focherello che non brilla ma sarà fiammato di grigio, che non sarà invigorito da robusti rami ma da fogliame rinsecchito.
Come dice la sorella minore Flo al protagonista "Fai una cazzata nella vita!" ma non dobbiamo fare di un momento di leggerezza una "lunga fila di quesiti insoluti per insufficienza di coraggio".
Marone ci accompagna attraverso l'esperienza del protagonista, ad incontrare episodi e sentimenti che abbiamo vissuto o conosciuto, in prima persona o come parte terza, decisioni prese da noi o punti di vista dei nostri compagni di avventura.
Il romanzo non pretende di fornire risposte ai diversi interrogativi che può far nascere nel lettore; persino il finale può essere interpretato come un happy ending a seconda del "gusto" del singolo lettore.
Sicuramente a me ha offerto alcune chiavi di lettura sulle storie degli adolescenti 2.0, che fanno guardare a me stessa e agli altri con qualche sicurezza in meno e alcuni interrogativi in più, interessati alla scoperta degli altri e non alla interpretazione dei loro comportamenti secondo i miei canoni di adultità.