L'ispirazione...

UNO SPAZIO CHE CI PERMETTA DI RIMANERE CENTRATI, UN GIARDINO CHE POSSIAMO PROGETTARE COME CI PARE, CIASCUNO IL SUO. Qualcuno metterà solo piante grasse, che richiedono poca cura, altri orchidee che invece richiedono un’annaffiatura giornaliera, qualcun altro piante aromatiche per perdersi nei profumi o fiori di campo, per esaltarsi con i colori. Uno spazio non sempre identico a se stesso, che cambia a seconda delle stagioni, che ci obbliga a progettare, a futurizzare cosa vorremmo “poi”, a curare noi stessi, a non prendere la vita così come viene.
(U. Telfener
http://blog.iodonna.it/umberta-telfener/2013/10/07/coltivare-il-proprio-giardino)

mercoledì 16 aprile 2014

Mettete dei fiori nei vostri giardini

Una mattina ti svegli con la netta sensazione che qualcosa ti sia scivolato dalle dita e nella tua mano al suo posto raccogli la consapevolezza della privazione... Come se ciò che fino alla notte avevamo creduto essere un brutto sogno fosse diventato reale al mattino. 
Si apprende.
Impari che il tuo giardino non lo stavi più coltivando da solo. Un giorno hai aperto il cancello, qualcuno è entrato portando con sé i suoi fiori. Sbocciando hanno invaso il tuo spazio con il loro profumo. Da principio questa nuova fragranza ti pungeva il naso, ma giorno dopo giorno è diventata così familiare da essere ormai parte dell'odore del tuo giardino. Il tuo giardino si è acceso di nuovi colori. 

Se un giorno poi fossi di nuovo l'unica persona a curare il tuo giardino? Lentamente i fiori appassiscono, il profumo svanisce e ti accorgi che il tuo giardino così non è più lo stesso. Ti chiedi se i semi di quei fiori siano in vendita, pensi di averli trovati, li semini, annaffi e concimi ma quando sbocciano ti rendi conto che hanno colori e profumi diversi da quelli che l'altra persona aveva portato e curato... Ogni mano coltiva fiori che crescono con caratteristiche diverse nella resistenza dello stelo, nella brillantezza dei colori... 
Così da quel giorno il  bouquet del tuo giardino non sarà più lo stesso.

giovedì 10 aprile 2014

I tuoi occhi

Gli occhi parlano, gli occhi portano dentro di sé le nostre verità più grandi... come fossero gli obiettivi che puntano dritto dentro di noi e scendono fino alla bocca dello stomaco, dove sentiamo nascere tutte le nostre emozioni. 

lunedì 7 aprile 2014

I piani B

Mi sono resa conto di essere sempre stata molto fortunata: ho perseguito vari obiettivi, anche in ambiti diversi, che ho sempre raggiunto lungo il percorso che mi ero prestabilita. Avevo altre opzioni, ma erano solo una rete di protezione a cui non ho mai dovuto ricorrere e forse neppure considerare più di tanto. Mi sono divincolata tra le difficoltà e ho bypassato egregiamente i contrasti incontrati. Praticamente, mi sono resa conto di non aver mai dovuto ricorrere ad un piano B. Ora, a 31 anni, in appena 3 mesi mi sono trovata a dover inventare un piano di riuscita alternativo per ben due situazioni. 

Ho provato più volte ad iniziare questo articolo; l'ho cominciato ed interrotto, ripreso, cancellato, modificato nuovamente: "trovare le parole per descrivere un fallimento non è facile", così mi dicevo. In realtà dovevo capire che non si tratta di un fallimento ma di un'occasione diversa... ma il cruccio sta appunto nel comprendere questo. Le parole non uscivano perché non riesco mai a scrivere di qualcosa che non ho compreso a fondo, che non ho "metabolizzato", come mi piace dire. La scrittura mi aiuta a metter nero/bianco i miei pensieri, ad organizzarli tra di loro, a unire i puntini che pensando e ripensando a volte lascio da parte. In questo caso però sembrava non ci fossero puntini da unire: come se questo nuovo disegno non nascesse dalla successione dei traguardi che mi ero prefissata, ma semplicemente avesse preso forma così, fatto e finito, tutto d'un tratto. 

Oggi (giovedì 3 aprile) sono stata "costretta" ad aprire questo capitolo, a confrontarmi con un'altra persona e raccontarle del senso di debolezza che l'aver dovuto ricorrere a una soluzione B ha creato in me. Dicono che avere un piano B sia buono, è saper ricorrere ad una soluzione diversa che permette di non fallire, di non doversi arrendere. Avere un'unica soluzione porta invece alla disfatta. 

Adesso è domenica notte, ma io non ne sono ancora del tutto convinta che anche il piano B possa portare alla vittoria...