L'ispirazione...

UNO SPAZIO CHE CI PERMETTA DI RIMANERE CENTRATI, UN GIARDINO CHE POSSIAMO PROGETTARE COME CI PARE, CIASCUNO IL SUO. Qualcuno metterà solo piante grasse, che richiedono poca cura, altri orchidee che invece richiedono un’annaffiatura giornaliera, qualcun altro piante aromatiche per perdersi nei profumi o fiori di campo, per esaltarsi con i colori. Uno spazio non sempre identico a se stesso, che cambia a seconda delle stagioni, che ci obbliga a progettare, a futurizzare cosa vorremmo “poi”, a curare noi stessi, a non prendere la vita così come viene.
(U. Telfener
http://blog.iodonna.it/umberta-telfener/2013/10/07/coltivare-il-proprio-giardino)

lunedì 29 febbraio 2016

La triangolazione ispiratrice della mia domenica

Sono convinta che ogni tanto il cosmo, il fato (o come lo si voglia chiamare) ti regali dei segnali. Oggi (sto scrivendo domenica, ma pubblicherò che sarà già lunedì) è stata una di quelle giornate. 

Mi sono svegliata con un po' di pensieri che facevano a cazzotti nella mente, è come se oggi sperino che questa pioggia che scende inesorabile da tutto il giorno lavi un po' anche loro.
Negli ultimi mesi i miei pensieri hanno lavorato tanto, sono stati costretti a prendere velocità, ipotizzare scenari ed immaginare soluzioni, si sono scontrati con sensazioni che pensavamo di aver archiviato, hanno incontrato tristezze altrui che temevamo diventassero anche le nostre... io e i miei pensieri...  

Beh, sta di fatto che nell'arco della giornata ho trovato tre momenti di "conforto", che collegati tra di loro hanno assunto una valenza ancora più forte.

Calendar Girls (testo teatrale scritto da Tim Firth, tratto dall'omonimo film con la regia di Nigel Cole) rappresenta un gruppo di donne inglesi tra i 50 e i 60 anni che si impegna in una raccolta fondi. L'obiettivo è l'acquisto di un nuovo divano per la sala d'attesa in cui sedeva Annie quando accompagnava il marito ai cicli di chemioterapia in ospedale. 
Mi ha colpito in particolare l'altruismo di Annie, la sua forza di confluire le proprie energie a sostegno delle famiglie che avrebbero vissuto l'agonia che lei aveva appena sepolto, perché la malattia è già così scomoda che non si deve stare  anche scomodi seduti "con le molle nel sedere" anche nella sala d'attesa dell'ospedale (questo in soldoni il filo del suo discorso). Annie fa del suo dolore una forza propulsiva per emergere dalla tristezza e cogliere una nuova sfida per la vita aiutando le famiglie dei malati che attraverso la terapia si aggrappano alla vita: l'immagine è perfetta!!!
Poi, c'è la frase climax di John, il marito di Annie, che ormai alla fase terminale, saluta la moglie regalandole dei semi di girasole 
Niente celebra la vita più e meglio dei girasoli. Vedrete che per quanta poca ce ne sia, questi fiori troveranno sempre la luce.
Tornata a casa, ho acceso la TV e trasmettevano una replica di Master Chef durante cui Bastianich cita Khanlil Gibran
Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c'è un'alba che ci aspetta .
Ho trascorso poi la cena con i miei genitori per festeggiare il loro 35 anniversario di matrimonio. La nostra non è la famiglia del Mulino Bianco, forse per quello i miei pensieri non sognano il "e vissero sempre felici e contenti" ma riescono a correre velocissimi per trovare le soluzioni, perché solo una volta in cui uno di noi è rimasto nell'immobilità abbiamo rischiato di perderci... 
Quando sono tornata a casa ho aperto YouTube e ho cercato la versione POP dei primi due pensieri (Grey's Anatomy che per me è un po' la versione video del "libro delle risposte").
Puoi costruire una casa con qualunque cosa, renderla solida quanto vuoi, ma una casa, una casa vera è più fragile di quattro mura. Una casa vera è fatta dalle persone con cui la riempi... e le persone possono spezzarsi, è vero, ma qualunque chirurgo sa che quello che si è spezzato si può ricomporre, una ferita può guarire. E non importa quanto sia buio fuori, il sole sorgerà di nuovo.

è impossibile controllare cedimenti e crisi nella nostra vita e nei nostri affetti; le nostre giornate possono diventare d'improvviso cupe senza che ci sia il tempo di accorgersene. Quando piove, serve la volontà vi cercare il sole, fare i passi per cambiare l'angolazione, per scavalcare le nubi e qualche volta possiamo anche farci prestare l'ombrello da qualcuno vicino.

martedì 23 febbraio 2016

io amico

Sembro una persona molto sicura di sé? Invece sono il primo critico di me stesso: metto sempre in discussione le diverse opzioni, prima di arrivare una scelta che deve sempre essere più che ponderata, perché il pentimento, quello sì alla fine mi affossa. 
Chi mi conosce bene dice poi che sono bravissima a bilanciare i pro e a zavorrare i contro quando si tratta di investire soldi. Tipico l'acquisto di un capo un po' costoso, quanti rimpianti sono sepolti nell'armadio da centinaia di pezzi di abbigliamento "accessibile" perché quell'abito griffato non calza le mie corde. Vogliamo quindi parlare dell'acquisto di una casa?
Beh, non è questo il tema cruciale che ora attraversa la mia mente, penso invece alle valutazioni affettive

Ho conosciuto diverse persone negli anni, frequentato alcuni gruppi ma dopo un po' i legami si allentavano fino a perdere la quotidianità di ritrovarsi.
Sono tutte persone che porto nel cuore con affetto reale. Mi sono quindi chiesta come mai i miei rapporti sembrano avere una data di scadenza? 
Mi sono messa in discussione, chiedendomi cosa sbagliassi, perché in un gruppetto più stretto fossi io a essere pian piano distaccata. Sarà la mia indipendenza, il fatto di avere diversi interessi che condivido da sola (ad esempio faccio da anni un abbonamento a teatro, se ho voglia vado al cinema o ad una mostra da sola) o con persone che conosco e vivo solo in un dato ambiente, come ad esempio le compagne di pilates ed altre persone che conosco coltivando passioni tutte mie; passioni che nessuna delle mie amiche ha mai condiviso? 
Mi distaccavo per coltivare le miei passioni, per occupare il mio tempo libero con ciò che realmente mi piace

Poi ho pensato a come sono fatta io. Certo, non uso mezzi termini per comunicare il mio punto di vista, se una cosa non mi piace affronto forse troppo di petto gli altri, ma l'ho sempre fatto per naturalezza, perché credo che sia meglio il confronto diretto che l'annuire e parlarci sopra dietro l'angolo. Beh, la maggior parte delle volte un confronto diretto porta un allontanamento, la nascita di un rapporto di cortesia... che poi mica sempre è così cortese.

Forse i non detti bilanciano, il così detto "politicamente corretto" aiuta a sopravvivere? e qui intendo vivere sopra la vita, con frasi fatte, luoghi comuni e vita degli altri osservata senza sporcarsi di errori propri nello scegliere per sé e nel dare un suggerimento "scomodo" agli altri.
Per sentirsi i veri migliori è necessario incontrare sempre confronti nuovi, l'abitudine ci mette in naftalina. I rapporti che non hanno scontri non evolvono: la terra si è spaccata per creare nuovi spazi!
E poi cosa ti può dare essere l'amico a cui è sempre permesso di dire la propria opinione politicamente corretta che salva capra e cavoli ma che non ti mette mai in gioco realmente? 
Forse in questo caso si vive di compagnia e non di amicizia...  Mi chiedo allora se il rapporto che vogliono le persone sia un telefono amico a cui passare screen-shot di whatsapp?

Forse anche la tecnologia ha creato distacchi emotivi ed abbassato l'attesa empatica? Vuoi mettere trovarsi uno di fronte all'altro, confessarsi guardandosi negli occhi? Quello davanti a te non poteva fuggire il tuo sguardo e nemmeno falsare la mimica... Poi, in un mondo senza screen-shot avevi il tempo di rielaborare la tua vita da solo per un momento prima di condividerla con una persona terza. I social socializzano i rapporti e tutti pensano di conoscere ogni aspetto dei rapporti e quindi di porteli giudicare sulla base dei canoni facebookiani "tag", "like", "stati"...

is back

La ricerca della perfezione porta all'assenza e al distacco

Attraverso questo blog volevo comunicare, condividere pensieri che potessero essere una parola amica, un riportare qualcosa alla memoria, un soffermarci a pensare insieme; invece alla fine ho smesso di scrivere perché non avevo abbastanza tempo per correggere le mie bozze di pensiero. 

Ero tornata al mio quadernino e l'altra sera a rileggerlo ho scoperto quanto sia ricco proprio nella sue imprecisioni che rispecchiano la foga di scrivere, i sentimenti più veri lanciati dal cuore alla mano... mi sono detta "peccato non averli condivisi sul blog!"... 

Da oggi chiudo il diario e apro il blog!