L'ispirazione...

UNO SPAZIO CHE CI PERMETTA DI RIMANERE CENTRATI, UN GIARDINO CHE POSSIAMO PROGETTARE COME CI PARE, CIASCUNO IL SUO. Qualcuno metterà solo piante grasse, che richiedono poca cura, altri orchidee che invece richiedono un’annaffiatura giornaliera, qualcun altro piante aromatiche per perdersi nei profumi o fiori di campo, per esaltarsi con i colori. Uno spazio non sempre identico a se stesso, che cambia a seconda delle stagioni, che ci obbliga a progettare, a futurizzare cosa vorremmo “poi”, a curare noi stessi, a non prendere la vita così come viene.
(U. Telfener
http://blog.iodonna.it/umberta-telfener/2013/10/07/coltivare-il-proprio-giardino)

lunedì 7 marzo 2016

LETTERA AD UN SISTEMA IN FALLIMENTO

Ho iniziato questa pagina volendo scrivere di amore, rileggendola mi sono accorta di come la stessa tensione emotiva e relazionale potesse funzionare per altri tipi di amore: quello per la famiglia, per l’amicizia e per il lavoro. Tutte situazioni in cui la difficoltà di una persona e/o di un’organizzazione manda in crash il sistema a cui apparteniamo. Ho provato quindi a decontestualizzare questo dialogo dal tema amore uomo-donna e ho immaginato di poterlo adeguare a protagonisti per storie ed affetti diversi ed in cui ”io” vale come "noi".

I contesti lavorativi, richiedono sempre più sacrifici ai lavoratori, senza restituire né remunerazioni, né gratificazioni. Si elaborano frasi con termini prestati dalla sfera affettiva “siamo una famiglia”, “agiamo verso il bene comune”, “priviamoci oggi per garantire stabilità alle generazioni future”. Gli statisti ci parlano come fossimo parti di una coppia che per rimanere unita deve affrontare una ristrutturazione, una riorganizzazione di ruoli e competenze. Peccato che spesso gli sforzi siano sbilanciati. Paradossalmente, chi più opera si rende conto della profusione di energie che deve disseminare per cercare di “salvare capra e cavoli” ma staccarsi dall'altro non è facile, se non addirittura impossibile. Bollette, mutui e affitti da pagare, spese da sostenere, figli da crescere non lasciano scampo a quel legame. Il lavoro appare come un marito da cui non ci si può separare con così tanta leggerezza…

Ecco l’esperimento… LETTERA AD UN SISTEMA IN FALLIMENTO

Credo che un sistema arenato per un periodo prolungato (diciamo oltre l’anno) non sia un compagno a cui dedicarsi. Le difficoltà si affrontano, per passarci oltre; se lasciate lì contaminano tutto ciò che sta intorno. La produttività di un rapporto è data delle progettazioni, dagli obiettivi e degli sforzi che si compiono per raggiungere un risultato comune.

Sono stata affascinata della grandezza impegnata e dai risultati ottenuti, dell’intelligenza e dalla capacità di crescere ed evolvere verso le novità che ci circondavano. Ti ho visto cogliere le diverse occasioni che negli anni hanno permesso di emergere e farsi conoscere; fossero di carattere divulgativo o di rappresentanza, di produzione di attività nostre o di compartecipazione ad obiettivi trasversali. Sono state sempre accolte e gestite con entusiasmo come opportunità di crescita. Ho pensato che quel carisma potesse nutrire sempre le nostre stanze.

Il nostro ora è un sistema simile alle sabbie mobili, in cui più ti muovi con l’idea di uscirne, più in realtà ti affossi. Quando stai nelle sabbie mobili, l’unica soluzione per riemergere è aggrapparsi all'esterno. Dovremmo quindi individuare un alleato da interpellare; invece tu chiedi a me di trovare una soluzione.
Torno a casa la sera e guardo il fondo di una triste scatoletta di tonno quasi a volerci leggere il futuro. A cosa dovrei rinunciare senza di te? Cosa non potrei più vivere senza di te? Una nuova casa? Perdere te e anche la mia casa? Cambiare stile di vita? Abbandonare quei luoghi di svago, il teatro, la palestra, il cinema con le amiche? Nell'affossarti, inghiottisci le mie energie.
Nel nostro caso non so se sia tu a rivolgere sempre una mano verso di me per volerti aggrappare al bisogno, chiedendomi continui sacrifici per sopravvivere, o sia io a prendere e tenere la tua mano a tutti i costi; sta di fatto che a lasciarti ora, affogherei una parte di me.

Credo non sia un caso che in letteratura usino sempre elementi della natura per indicare la spinta al cambiamento. Il passare delle stagioni, il mutare del clima a cui flora e fauna sono sottomesse, senza poterle evitare, le obbliga a continue modifiche per la sopravvivenza. L’essere umano invece ha costruito ripari dalla pioggia, dal vento, dal calore. Esistono però catastrofi che abbattono queste protezioni e allora lì l’uomo o perisce vittima del clima o si rimbocca le maniche per trovare nuove soluzioni.
“Siamo il frutto del nostro passato, siamo la vita stessa che ci è cresciuta dentro come il fusto di un albero con i colori, i profumi e le imperfezioni che i venti e le piogge hanno fissato per sempre sulla sua corteccia. Siamo anche il tempo trascorso: sta in noi scegliere se diventare uomini nuovi o rimanere vecchi come i nostri anni e i nostri ricordi. Dobbiamo trovare il coraggio di alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano l'imbarcazione. Cercare di dare un senso alla nostra esistenza può esasperare il nostro animo, ma una vita priva di questo significato rappresenta la tortura del desiderio e dell'inquietudine.” (Romano Battaglia).

Continuo a rimandare un futuro che diventa sempre più incerto; la possibilità di perseguire un’identità lavorativa e di mettere le basi per una vita privata indipendente da supporti familiari. Dovrei cambiare?

A volte un lavoro non è solo una fonte di guadagno. Si tratta di un impegno, un credo in cui si sono impiegate energie, un investimento a cui ci siamo dedicate per crescere. Per questo mi domando se valga la pena rinunciare a te, perché con te perderei gran parte dei miei sogni. Su un piatto della bilancia metto quel velo della mia tristezza e una delle zavorre che rallentano i passi della mia vita, dall'altro quei sorrisi che il cuore spinge dritto alle labbra ogni volta che tocco un successo. Nelle occasioni in cui quella soddisfazione diventa condivisa mi domando perché a questo sistema manchi la voglia di sbaraccare e scrollare tutto via per fare spazio alla progettazione di nuovi orizzonti? 

Nessun commento:

Posta un commento